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Bioplastiche e packaging alimentare: come le aziende dovrebbero gestire il riciclo e le sfide connesse

26/07/2023
Bioplastiche

Introduzione

Nell'era della sostenibilità e della ricerca di alternative plastiche più eco-compatibili, le bioplastiche stanno emergendo come una soluzione promettente per il packaging alimentare. 

Il ciclo di vita delle bioplastiche non dovrebbe concludersi con il loro utilizzo iniziale, con alcune accortezze è possibile garantire la riciclabilità delle stesse.

Il riciclo delle bioplastiche è un'importante azione per ridurre l'impatto ambientale di questo materiale, riducendo la quantità di rifiuti e preservando le risorse naturali. Le aziende di settore possono contribuire al riciclo delle bioplastiche adottando alcune misure, che andremo ad approfondire in questo articolo.

Bioplastiche e packaging alimentare: come le aziende dovrebbero gestire il riciclo e le sfide connesse

Ma partiamo con ordine.

Chi si occupa di packaging alimentare sta sempre più riconoscendo l'importanza del riciclo delle bioplastiche e sta adottando misure concrete per sostenere la sostenibilità ambientale. 

Le bioplastiche sono materiali plastici ottenuti da risorse rinnovabili, come piante o alghe. Sono biodegradabili, ovvero possono essere decomposti da microrganismi in compost o altri materiali organici. 

Le bioplastiche sono ampiamente utilizzate per imballaggi come sacchetti, tazze, piatti e posate e contenitori come vaschette, barattoli e bottiglie.

Il riciclo delle bioplastiche

Il riciclo degli scarti industriali delle bioplastiche è un passo importante per le aziende del settore del packaging alimentare, per essere sempre più sostenibili. 

Come garantire la riciclabilità di uno scarto di bioplastica?

Possiamo sintetizzare questo processo in tre fasi:

1.Separazione: è fondamentale per garantire l’integrità e la processabilità di uno scarto di bioplastica che questo venga separato da altri materiali di scarto;

2.Stoccaggio: lasciare gli scarti di produzione di bioplastica alla mercé di agenti atmosferici è una delle cose più sbagliate che si possano fare. Se il materiale di scarto non è ben conservato è molto probabile che non sia più riciclabile; 

3.Una volta separati e raccolti gli scarti la fase successiva dipende molto dalla tipologia di azienda produttiva e dalla sua struttura.

Ipotesi 1: l’azienda ha al proprio interno degli impianti di macinazione e può procedere in autonomia alla macinazione degli scarti e al successivo riutilizzo degli stessi nella produzione;  

Ipotesi 2: l’azienda non ha al proprio interno degli impianti di macinazione e potrebbe affidare ad un contoterzista il processo di macinazione, per poi riutilizzare gli scarti di produzione;

Ipotesi 3: Anche se le aziende riescono a macinare e/o a far macinare i propri scarti non riescono ad utilizzare nella propria produzione l’intera quantità di scarto. Quello che spesso accade è che le aziende riescano ad integrare una percentuale - solitamente parliamo del 20% - di bioplastiche riciclate nella propria produzione.

Pertanto l’azienda potrebbe rivendere lo scarto non utilizzabile in produzione oppure, qualora non riuscisse a farlo, dovrebbe preoccuparsi dello smaltimento e, quindi, mettere a budget un costo fisso variabile.

E’ sempre più strategico che le aziende alimentari collaborino con aziende specializzate nel riciclo delle bioplastiche  come Gianeco per il recupero degli scarti di produzione.

Ma entriamo nello specifico delle tipologie di riciclo applicabili agli scarti di bioplastica.

Gli scarti di bioplastiche possono essere rigenerati attraverso due tipi di riciclo: il riciclo meccanico e il riciclo chimico. Il riciclo meccanico si effettua attaverso la raccolta, la selezione, la triturazione e la rigranulazione dello scarto. E’ il modo più semplice e più economico per il riciclo della bioplastica. 

Il riciclo chimico consiste nella scomposizione delle molecole delle bioplastiche per recuperare i componenti base del polimero e ripolimerizzarlo di nuovo. Tale processo permette di riprodurre la qualità del polimero vergine ma risulta più costoso e impegnativo. 

Il riciclo delle bioplastiche presenta alcune sfide differenti rispetto al riciclo delle plastiche tradizionali. Sebbene le bioplastiche siano spesso considerate più sostenibili e meno inquinanti dell'olio di petrolio, ci sono ancora ostacoli da superare per massimizzarne l'efficacia nel ciclo di vita. 

Di seguito sono elencate alcune delle principali sfide nel riciclo delle bioplastiche:

Contaminazione dei materiali:

Una delle principali sfide nel riciclo delle bioplastiche è la contaminazione dei materiali. Poiché le bioplastiche possono essere utilizzate per una vasta gamma di applicazioni, possono entrare in contatto con diversi tipi di sostanze alimentari e chimiche. 

Questo può comportare la presenza di contaminanti nel materiale riciclato, rendendo più difficile il riutilizzo delle bioplastiche per alcuni scopi, come gli imballaggi alimentari. Affrontare la contaminazione richiede un controllo rigoroso delle catene di fornitura e la separazione accurata dei materiali durante la raccolta e il riciclo.

Infrastrutture di riciclo adeguate:

Un'altra sfida è rappresentata dalla necessità di infrastrutture di riciclo adeguate per le bioplastiche. Le strutture esistenti per il riciclo delle plastiche potrebbero non essere completamente compatibili. Le bioplastiche, infatti, richiedono spesso processi di riciclo specifici, come compostaggio industriale o digestione anaerobica, per essere completamente degradate o riutilizzate in modo efficace. L'implementazione di infrastrutture di riciclo dedicate alle bioplastiche richiede investimenti e collaborazioni tra settori pubblici e privati.

Normative e standardizzazione:

La mancanza di normative e standardizzazione per le bioplastiche rappresenta una sfida significativa per il loro riciclo. Mentre ci sono normative e regolamenti che disciplinano il riciclo delle plastiche tradizionali, le bioplastiche sono una categoria più ampia e complessa con diverse tipologie. Ciò può creare incertezza per le aziende che cercano di riciclare bioplastiche e può rallentare l'adozione di pratiche di riciclo standardizzate e omogenee.

Compatibilità con i processi di riciclo esistenti:

Alcune bioplastiche potrebbero non essere completamente compatibili con i processi di riciclo esistenti utilizzati per le plastiche tradizionali. Ad esempio, alcune bioplastiche possono richiedere temperature di riciclo più elevate o tempi di degradazione più lunghi, il che potrebbe richiedere modifiche alle attuali infrastrutture di riciclo. Questa compatibilità può variare in base al tipo di bioplastica e ai processi di riciclo impiegati, e richiede una valutazione attenta da parte delle aziende coinvolte nel riciclo.

Educazione e consapevolezza:

Un'ulteriore sfida è rappresentata dalla necessità di educare i consumatori, le aziende e le istituzioni riguardo all'importanza del riciclo delle bioplastiche e alle migliori pratiche per la loro gestione. L'educazione e la sensibilizzazione sono fondamentali per garantire una corretta raccolta differenziata e un riciclo efficace delle bioplastiche.

Superare queste sfide richiede un approccio integrato che coinvolga gli sforzi di produttori, riciclatori, governi, consumatori e organizzazioni ambientaliste. Una maggiore ricerca, investimenti nelle infrastrutture di riciclo dedicate e un'impostazione regolamentare chiara possono contribuire a facilitare il riciclo delle bioplastiche e a massimizzarne il contributo alla sostenibilità ambientale. 

Alcuni esempi di aziende che hanno adottato buone prassi nella gestione di scarti di bioplastiche

Danone, una delle principali aziende di prodotti lattiero-caseari e bevande, si è impegnata a ridurre l'impatto ambientale dei suoi imballaggi. L'azienda ha iniziato a utilizzare bioplastiche come PLA e PBAT per le bottiglie di alcuni dei suoi prodotti di acqua e bevande

L’azienda ha anche avviato partnership con aziende specializzate nel riciclo delle bioplastiche per garantire che queste bottiglie vengano raccolte e riciclate in modo appropriato.

Anche aziende più piccole e moltissime start-up nascono con l'idea di adottare e riutilizzare bioplastiche riciclate nella loro produzione.

Renewal Partners (Stati Uniti) è un'azienda che ricicla bioplastiche provenienti da scarti alimentari. L'azienda ha sviluppato un nuovo processo di riciclaggio che permette di trasformare gli scarti alimentari in bioplastiche riciclate.

Questi sono solo alcuni esempi di aziende che hanno iniziato a gestire il riciclo di bioplastiche e che ne hanno ottenuto un beneficio.

Scopri la gamma Biogeo di Gianeco


Biogeo è una gamma di bioplastiche riciclate prodotte da Gianeco. Le bioplastiche Biogeo sono realizzate da scarti di produzione di packaging alimentare come vaschette, buste, piatti monouso e altri, che attraverso il riciclo meccanico vengono trasformati in granulo riciclato per produrre oggetti biodegradabili e compostabili.

Le bioplastiche Biogeo sono un'alternativa più sostenibile alla plastica tradizionale o alle bioplastiche vergini, perché hanno un impatto ambientale minore. Le bioplastiche Biogeo sono biodegradabili, ovvero possono essere decomposte da microrganismi in compost o altri materiali organici. Questo significa che non finiscono in discarica, dove possono inquinare l'ambiente.

Fissa oggi stesso una prima call conoscitiva con Gianeco.

email: info@gianeco.com
tel: +39 0119370420 





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Bioplastiche e packaging alimentare: come le aziende dovrebbero gestire il riciclo e le sfide connesse

26/07/2023
Bioplastiche

Introduzione

Nell'era della sostenibilità e della ricerca di alternative plastiche più eco-compatibili, le bioplastiche stanno emergendo come una soluzione promettente per il packaging alimentare. 

Il ciclo di vita delle bioplastiche non dovrebbe concludersi con il loro utilizzo iniziale, con alcune accortezze è possibile garantire la riciclabilità delle stesse.

Il riciclo delle bioplastiche è un'importante azione per ridurre l'impatto ambientale di questo materiale, riducendo la quantità di rifiuti e preservando le risorse naturali. Le aziende di settore possono contribuire al riciclo delle bioplastiche adottando alcune misure, che andremo ad approfondire in questo articolo.

Bioplastiche e packaging alimentare: come le aziende dovrebbero gestire il riciclo e le sfide connesse

Ma partiamo con ordine.

Chi si occupa di packaging alimentare sta sempre più riconoscendo l'importanza del riciclo delle bioplastiche e sta adottando misure concrete per sostenere la sostenibilità ambientale. 

Le bioplastiche sono materiali plastici ottenuti da risorse rinnovabili, come piante o alghe. Sono biodegradabili, ovvero possono essere decomposti da microrganismi in compost o altri materiali organici. 

Le bioplastiche sono ampiamente utilizzate per imballaggi come sacchetti, tazze, piatti e posate e contenitori come vaschette, barattoli e bottiglie.

Il riciclo delle bioplastiche

Il riciclo degli scarti industriali delle bioplastiche è un passo importante per le aziende del settore del packaging alimentare, per essere sempre più sostenibili. 

Come garantire la riciclabilità di uno scarto di bioplastica?

Possiamo sintetizzare questo processo in tre fasi:

1.Separazione: è fondamentale per garantire l’integrità e la processabilità di uno scarto di bioplastica che questo venga separato da altri materiali di scarto;

2.Stoccaggio: lasciare gli scarti di produzione di bioplastica alla mercé di agenti atmosferici è una delle cose più sbagliate che si possano fare. Se il materiale di scarto non è ben conservato è molto probabile che non sia più riciclabile; 

3.Una volta separati e raccolti gli scarti la fase successiva dipende molto dalla tipologia di azienda produttiva e dalla sua struttura.

Ipotesi 1: l’azienda ha al proprio interno degli impianti di macinazione e può procedere in autonomia alla macinazione degli scarti e al successivo riutilizzo degli stessi nella produzione;  

Ipotesi 2: l’azienda non ha al proprio interno degli impianti di macinazione e potrebbe affidare ad un contoterzista il processo di macinazione, per poi riutilizzare gli scarti di produzione;

Ipotesi 3: Anche se le aziende riescono a macinare e/o a far macinare i propri scarti non riescono ad utilizzare nella propria produzione l’intera quantità di scarto. Quello che spesso accade è che le aziende riescano ad integrare una percentuale - solitamente parliamo del 20% - di bioplastiche riciclate nella propria produzione.

Pertanto l’azienda potrebbe rivendere lo scarto non utilizzabile in produzione oppure, qualora non riuscisse a farlo, dovrebbe preoccuparsi dello smaltimento e, quindi, mettere a budget un costo fisso variabile.

E’ sempre più strategico che le aziende alimentari collaborino con aziende specializzate nel riciclo delle bioplastiche  come Gianeco per il recupero degli scarti di produzione.

Ma entriamo nello specifico delle tipologie di riciclo applicabili agli scarti di bioplastica.

Gli scarti di bioplastiche possono essere rigenerati attraverso due tipi di riciclo: il riciclo meccanico e il riciclo chimico. Il riciclo meccanico si effettua attaverso la raccolta, la selezione, la triturazione e la rigranulazione dello scarto. E’ il modo più semplice e più economico per il riciclo della bioplastica. 

Il riciclo chimico consiste nella scomposizione delle molecole delle bioplastiche per recuperare i componenti base del polimero e ripolimerizzarlo di nuovo. Tale processo permette di riprodurre la qualità del polimero vergine ma risulta più costoso e impegnativo. 

Il riciclo delle bioplastiche presenta alcune sfide differenti rispetto al riciclo delle plastiche tradizionali. Sebbene le bioplastiche siano spesso considerate più sostenibili e meno inquinanti dell'olio di petrolio, ci sono ancora ostacoli da superare per massimizzarne l'efficacia nel ciclo di vita. 

Di seguito sono elencate alcune delle principali sfide nel riciclo delle bioplastiche:

Contaminazione dei materiali:

Una delle principali sfide nel riciclo delle bioplastiche è la contaminazione dei materiali. Poiché le bioplastiche possono essere utilizzate per una vasta gamma di applicazioni, possono entrare in contatto con diversi tipi di sostanze alimentari e chimiche. 

Questo può comportare la presenza di contaminanti nel materiale riciclato, rendendo più difficile il riutilizzo delle bioplastiche per alcuni scopi, come gli imballaggi alimentari. Affrontare la contaminazione richiede un controllo rigoroso delle catene di fornitura e la separazione accurata dei materiali durante la raccolta e il riciclo.

Infrastrutture di riciclo adeguate:

Un'altra sfida è rappresentata dalla necessità di infrastrutture di riciclo adeguate per le bioplastiche. Le strutture esistenti per il riciclo delle plastiche potrebbero non essere completamente compatibili. Le bioplastiche, infatti, richiedono spesso processi di riciclo specifici, come compostaggio industriale o digestione anaerobica, per essere completamente degradate o riutilizzate in modo efficace. L'implementazione di infrastrutture di riciclo dedicate alle bioplastiche richiede investimenti e collaborazioni tra settori pubblici e privati.

Normative e standardizzazione:

La mancanza di normative e standardizzazione per le bioplastiche rappresenta una sfida significativa per il loro riciclo. Mentre ci sono normative e regolamenti che disciplinano il riciclo delle plastiche tradizionali, le bioplastiche sono una categoria più ampia e complessa con diverse tipologie. Ciò può creare incertezza per le aziende che cercano di riciclare bioplastiche e può rallentare l'adozione di pratiche di riciclo standardizzate e omogenee.

Compatibilità con i processi di riciclo esistenti:

Alcune bioplastiche potrebbero non essere completamente compatibili con i processi di riciclo esistenti utilizzati per le plastiche tradizionali. Ad esempio, alcune bioplastiche possono richiedere temperature di riciclo più elevate o tempi di degradazione più lunghi, il che potrebbe richiedere modifiche alle attuali infrastrutture di riciclo. Questa compatibilità può variare in base al tipo di bioplastica e ai processi di riciclo impiegati, e richiede una valutazione attenta da parte delle aziende coinvolte nel riciclo.

Educazione e consapevolezza:

Un'ulteriore sfida è rappresentata dalla necessità di educare i consumatori, le aziende e le istituzioni riguardo all'importanza del riciclo delle bioplastiche e alle migliori pratiche per la loro gestione. L'educazione e la sensibilizzazione sono fondamentali per garantire una corretta raccolta differenziata e un riciclo efficace delle bioplastiche.

Superare queste sfide richiede un approccio integrato che coinvolga gli sforzi di produttori, riciclatori, governi, consumatori e organizzazioni ambientaliste. Una maggiore ricerca, investimenti nelle infrastrutture di riciclo dedicate e un'impostazione regolamentare chiara possono contribuire a facilitare il riciclo delle bioplastiche e a massimizzarne il contributo alla sostenibilità ambientale. 

Alcuni esempi di aziende che hanno adottato buone prassi nella gestione di scarti di bioplastiche

Danone, una delle principali aziende di prodotti lattiero-caseari e bevande, si è impegnata a ridurre l'impatto ambientale dei suoi imballaggi. L'azienda ha iniziato a utilizzare bioplastiche come PLA e PBAT per le bottiglie di alcuni dei suoi prodotti di acqua e bevande

L’azienda ha anche avviato partnership con aziende specializzate nel riciclo delle bioplastiche per garantire che queste bottiglie vengano raccolte e riciclate in modo appropriato.

Anche aziende più piccole e moltissime start-up nascono con l'idea di adottare e riutilizzare bioplastiche riciclate nella loro produzione.

Renewal Partners (Stati Uniti) è un'azienda che ricicla bioplastiche provenienti da scarti alimentari. L'azienda ha sviluppato un nuovo processo di riciclaggio che permette di trasformare gli scarti alimentari in bioplastiche riciclate.

Questi sono solo alcuni esempi di aziende che hanno iniziato a gestire il riciclo di bioplastiche e che ne hanno ottenuto un beneficio.

Scopri la gamma Biogeo di Gianeco


Biogeo è una gamma di bioplastiche riciclate prodotte da Gianeco. Le bioplastiche Biogeo sono realizzate da scarti di produzione di packaging alimentare come vaschette, buste, piatti monouso e altri, che attraverso il riciclo meccanico vengono trasformati in granulo riciclato per produrre oggetti biodegradabili e compostabili.

Le bioplastiche Biogeo sono un'alternativa più sostenibile alla plastica tradizionale o alle bioplastiche vergini, perché hanno un impatto ambientale minore. Le bioplastiche Biogeo sono biodegradabili, ovvero possono essere decomposte da microrganismi in compost o altri materiali organici. Questo significa che non finiscono in discarica, dove possono inquinare l'ambiente.

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